Perché un buon sito è progettato per gli utenti

  1. Alessio Arrigoni
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Creare un sito web o un e-commerce che siano veramente funzionali non è compito assai semplice. Non lo è per svariate regioni. Per esempio, per realizzare un progetto online che funzioni occorre scrivere i suoi testi seguendo quelle che sono le regole del web writing. Insomma: il web è un mezzo che ha una grammatica di comunicazione tutta sua. Per ottenere il massimo risultato occorre conoscerla e praticarla.

Eppure, troppo spesso, ci si dimentica che la rete è uno strumento che ha proprie regole. E ci si dimentica anche di una cosa più importante: che al centro di tutto c’è l’utente e non l’azienda. Analizziamo meglio questa affermazione.

Sono tante le aziende che mettono online un sito che è stato praticamente deciso dal titolare. In altre parole: il sito è stato fatto così perché il titolare ha seguito i propri gusti. Per dirla in modo ancor più chiaro: il sito è online in quella versione perché il titolare lo ha trovato “bello”.

Ma quand’è che possiamo definire un sito “bello”? Semplicemente quando funziona. Cioè quando fa trovare nuovi clienti all’azienda, quando fa effettivamente aumentare le vendite. Al contrario, un sito dalla grafica accattivante ma che non vende può essere sicuramente etichettato come “brutto”. Perché ha fallito il proprio scopo, che non era tanto quello di dare visibilità online all’azienda, bensì quello di aiutarla nell’aumentare i propri contatti. Se un sito o un e-commerce non porta clienti o vendite, allora a che cosa serve? A ben poco, se non rientra almeno dell’investimento fatto per crearlo.

Quale sarebbe il modo giusto di procedere? Né il titolare né il consiglio di amministrazione di un’azienda hanno le conoscenze tecniche per dire se un sito è fatto bene o male. Devono perciò fidarsi dei progettisti, che hanno invece gli strumenti per creare un progetto online che sia effettivamente performante e che porti l’azienda a fatturare di più.

Tutto parte dal mettere i potenziali clienti al centro del progetto. I siti non hanno lo scopo di piacere al titolare, ma ai clienti. Sono questi ultimi che vanno presi come riferimento. Dopo tutto, l’intera strategia aziendale va incentrata sui bisogni dei clienti. Perché questo è l’unico modo di intercettare il proprio target e dare una risposta alle sue necessità.

In altre parole: si parte sempre con lo stilare l’identikit dei potenziali clienti. Sono i clienti che navigheranno il sito web, il blog o l’e-commerce aziendale. Deve piacere a loro. E per far sì che un progetto online gli piaccia, e tornino magari a visitarlo o a comprare nuovamente, il progetto deve avere caratteristiche precise. Per esempio, deve essere usabile, cioè deve consentire una navigazione fluida tra le sue pagine. E poi deve essere scritto con un linguaggio semplice e chiaro: i potenziali clienti devono capire bene ciò che leggono, altrimenti non faranno alcuno sforzo per comprendere.

L’utente web è davvero parecchio pigro: non vuole spendere fatica a capire ciò che non è chiaro. Allo stesso modo, non investe tempo a imparare a navigare un sito che ha un menu di navigazione fatto male. Se l’utente web non capisce il nostro linguaggio o si inceppa nella navigazione del sito, fa una cosa molto semplice: esce dal sito e va a cercare una risposta da un’altra parte sul web. Il che, significa che andrà a cercare su uno dei siti della concorrenza.

Questo è il motivo perché i potenziali clienti non possono essere ignorati nella definizione delle proprie strategie, anche online. Sono i potenziali clienti che aprono il portafoglio e pagano, diventando clienti a tutti gli effetti. E possono diventare anche clienti fidelizzati. Se però il sito non è stato creato sulle loro esigenze, tutto il meccanismo si inceppa. Un sito è bello se funziona. E un sito che funziona è sempre progettato in funzione dei clienti e non seguendo i gusti del consiglio di amministrazione, che è specializzato nel gestire l’azienda, ma che non ha competenze nella progettazione di siti web o e-commerce che vendono.

L'autore

Mi sono laureato in informatica presso l'università degli studi di Milano. Da sempre mi occupo di informatica e programmazione.
Da qualche anno sono diventato un blogger e collaboro con alcune testate on-line.
Ho al mio attivo anche alcune pubblicazioni on-line.

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